Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 6

       In prossimità della ricorrenza del Santo Natale, quando anche Nonno Agostino riposerà un tantino di più, a compenso della dovuta pausa pubblichiamo, per la gioia dei nostri lettori, ben tre puntate dei suoi racconti (6ª, 7ª e 8ª) unitamente a tanti, ma tanti auguri del nostro caro Nonnetto: un Santo Natale a tutti, e che sia il Natale del nostro Dio Gesù, e non quello mondano dei nostri giorni, in cui Dio non ci sta manco come ferro vecchio.

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       Caro direttore, le scrivo per comunicarle, felice, che la mia memoria comincia a risvegliarsi, anche se la cosa procede a sbalzi con fenomeni curiosi, e a volte dolorosi. L’altro giorno ad esempio ero tutto preso dalla lettura del capitolo VIII del profeta  Ezechiele (versetti 5 e seguenti), che lei certamente conoscerà:
 
       

«5   E sentii dirmi: «Figlio dell’uomo, alza gli occhi tuoi alla parte di settentrione». E alzai gli occhi verso il settentrione, ed ecco a settentrione della porta dell’altare, un idolo eretto a rivale all’ingresso stesso.
6   E disse a me: «Figlio dell’uomo, vedi tu quel che fanno costoro? Le grandi abominazioni che commette qui la casa di Israele, affinché m’allontani dal mio santuario? Ma se ti aggiri ancora vedrai abominazioni, anche peggiori».
7   Allora m’introdusse sotto l’ingresso dell’atrio e guardai: ed ecco, un foro era nella parete.
8   E disse a me: «Figlio dell’uomo, sfonda la parete»; e sfondai la parete; ed ecco, comparve una porta.
9   E mi disse: «Entra e guarda le pessime abominazioni che fanno qui costoro».
10  Entrai dunque e guardai, ed ecco ogni specie d’immagini di rettili, di animali abominevoli, e tutti gli idoli della casa di Israele dipinti sulla parete tutto all’ingiro,
11  e settanta uomini, tra gli anziani della casa d’Israele, e Jezonia, figlio di Safan, in mezzo a loro stavano davanti alle pitture, e ognuno d’essi aveva in mano un incensiere e una nuvola di fumo si sollevava dall’incenso.
12  E disse a me: «Ora vedi, o figlio dell’uomo, quello che i seniori della casa d’Israele fanno nelle tenebre, ciascuno in riposto nascondiglio, perché dicono: “Il Signore non ci vedrà, il Signore ha abbandonato la terra”».
13  Poi mi disse: «Gira ancora e vedrai abominazioni anche maggiori, che fanno costoro».
14  E m’introdusse per la porta d’ingresso della casa del Signore, che guardava verso settentrione, ed ecco ivi assise le donne che facevano il compianto di Adone.
15  E disse a me: «Ora hai visto, o figlio dell’uomo, ma gira ancora, e vedrai altre abominazioni peggiori di questa».
16  Allora m’introdusse dentro nell’atrio della casa del Signore; ed ecco, alla porta del tempio del Signore, tra il vestibolo e l’altare, circa venticinque uomini voltati colla schiena al tempio del Signore e colla faccia verso l’oriente, e facevano adorazione al sole nascente.
17  E mi disse: «Ora tu hai ben visto, o figlio dell’uomo; ti par poco ciò, per la casa di Giuda, commettere abominazioni, come queste che hanno fatto qui, e dopo aver ripiena la terra di iniquità, si sono rivolti per giunta ad irritarmi; ed ecco che accostano il ramo alle loro narici».

 
       Nel leggere mi ero assopito, ma … la voce continuava a risuonare nella mia testa. Ascolti cosa ho udito e visto (stato confusionale, allucinazione, psicosi, stato schizoide, ipnotico?… non saprei! … mi aiuti se può!), la voce continuava dicendomi:
 
       «Hai visto, figlio del fornaio [mio padre, buon’anima, era infatti fornaio!], cosa è successo nella Basilica di Assisi nell’ottobre 1986?». Lì si trovavano tanti curiosi personaggi intorno ad un uomo vestito di bianco, il quale collocava sull’altare del Signore un abominio chiamato Buddha, togliendo la statua della Madonna di Fatima.
 

 

Dopo aver rimosso la statua della Vergine di Fatima, l’abominio del buddha sul tabernacolo di Cristo, unico e vero Dio.
Per motivi ecumenici il “serpente” prende il posto della Donna per non farsi schiacciare il capo, ma inutilmente, perché il Cuore di Maria trionferà, nonostante gli ostacoli dei chierici liberi-muratori!

 
       

E mi disse: «Vedi, nipote del carbonaio [mio nonno era infatti carbonaio], ti farò assistere a situazioni di grande vergogna per chi, nella Chiesa di Cristo, avrebbe dovuto vegliare sull’ortodossia della fede».

 
       Mi portò in una grande assemblea di uomini con zuccotti, copricapi e vesti clericali nel Tempio dedicato a San Pietro, e vidi un uomo vestito di bianco che inneggiava ai diritti dell’uomo eliminando ed abolendo i diritti di Dio.
 
       Lo stesso personaggio lo vidi poi nell’Assemblea generale dell’O.N.U. (organizzazione ateo-muratoria, mondialista, spudoratamente anticristiana, una prova di governo mondiale del “nuovo ordine”) mettersi al servizio dell’«umanità ribelle» per conciliare tutte le credenze e tutti i culti in un’unica religione universale e sognando di diventare il grande unificatore dei popoli: egli sacrificava la Chiesa cattolica, la Tradizione, le Istituzioni, i fedeli stessi (mi ricordai delle parole di zio Tommaso che diceva sempre: «Di tutti i doveri inerenti al Cristianesimo, il primo e più sacro è quello di mantenere la purezza del suo messaggio, che non è quello dell’uomo per l’uomo, ma quello della salvezza che viene da Dio»).
 
      E ancora: «Guarda i grandi abomini che la casa di Roma commette qui per allontanarmi dal mio santuario! Ne vedrai altri ancora peggiori. Vieni e vedrai cose ben più gravi!»
 
       Mi portò a san Pietro e vidi quell’uomo vestito di bianco, togliersi la tiara e gettarla via, come a voler distruggere l’istituzione pietrina; poi togliersi il pettorale e indossare l’efod (per chi non lo sapesse l’efod è un paramento indossato dal sommo sacerdote del “Kahal rav”, il “gran Sinedrio”, che ancora oggi esiste occultato, e lo indossava appunto Caifa quando condannò a morte Gesù)».
       «Vieni e vedrai cose abominevoli e ben peggiori»:siamo al 2 febbraio 1986, a Madras (in India), e il rappresentante di Cristo in terra (però non era quello di prima, quello della tiara), con in testa la mitra e nella mano il “pastorale-croce” riceve il “crisma” –sterco di vacca sacra!– impressogli in fronte da una discinta “sacerdotessa” di tutti quei satanassi che si fanno chiamare collettivamente “Shiva”, cioè: “benevola”! Gesto questo che rappresenta una cerimonia iniziatica della religione fallica di Shiva, ossia un “sacramento luciferino” della trinità del Brahmanesimo!!!
 

Da perfetto Rosa-Croce -18° livello - il sig. Montini, sedicente Paolo VI, prossimo santo senza miracoli (non ne occorrono nella sua chiesa dell’uomo…), “decapita” il Papato.
       Mi prese e mi portò nella grande moschea-madre Omayyades di Damasco, in Siria, dove c’è una reliquia di S. Giovanni il Battista (dicono, ma niente lo prova), e qui vidi ancora l’uomo vestito di bianco (quello profumato dallo sterco di vacca!?…), era il 6 maggio 2001, circondato da personaggi bislacchi, proferire parole blasfeme contro il Cristo, senza che ne affermasse mai la divinità, prostrandosi senza vergognarsi all’Islam, feroce persecutore dei cristiani (come tutti i giorni vediamo, anche perché i poveri Cristiani d’Asia ed d’Africa, in nome di un pazzesco, idiota e falso ecumenismo, vengono disarmati e venduti da coloro che dovrebbero difenderli)…
       «Vieni e vedrai cose ancor più ignominiose»… e mi trascinò nella cappella Palatina del Vaticano. Era il 29 giugno del 1963, e vidi uomini vestiti di nero e porpora, mi sembravano alti prelati (e tra loro mi parve di scorgere anche la massima autorità) che, collegati via radio con l’America, stavano dando vita ad una bestiale intronizzazione nel cuore stesso del Tempio principale del Cristianesimo…
 

Wojtyla con in testa la mitra e nella mano il “pastorale-croce” riceve il “crisma” –sterco di vacca sacra!– impressogli in fronte da una discinta “sacerdotessa” di Shiva, ossia un “sacramento luciferino” della trinità del Brahmanesimo!!!
       A questo punto ho una convulsione, come un conato tremendo, un tremore epilettoide…, mi alzo di colpo gridando “Clama, ne cesses!!!” (era il motto di zio Pierre, da Isaia 58,1), poi vedo mio nipote Rocco vicino a me che, preoccupatissimo, mi chiede:
 
 
       – Come stai, nonno? Ti vedo sconvolto…
 
       – Ah, Rocco, ma eri tu che parlavi?
 
       – No, no, io ho cercato solo di confortarti, ma tu non rispondevi, ed io non sapevo cosa fare, ho pensato ad un attacco apoplettico… Come va adesso?
 
       – Bene… adesso va molto meglio, grazie, ma è stato terribile! Hai proprio ragione tu, la mia memoria si sta risvegliando, e comincio anche a capire perché si è ammalata!
 
      Con una certa fatica recupero la mia Bibbia capovolta e avendo perso il segno la riapro sbadatamente qualche capitolo più avanti e leggo:
 

«6   E dirai a cotesta che mi esaspera, casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Vi bastino tutte le vostre scellerataggini, o casa d’Israele,
7   perché avete introdotti figli stranieri, incirconcisi nel cuore e incirconcisi nella carne, ad assistere nel mio santuario e a contaminare la mia casa e così offrite i miei pani, il grasso e il sangue e violate il mio patto con tutte le vostre scelleratezze.
8   E non avete osservato i regolamenti del mio santuario, ma avete messo, per mantenere l’osservanza dei miei ministeri nel mio santuario, gente a vostro capriccio
9   Così dice il Signore Dio: «Nessun forestiero, incirconciso nel cuore e incirconciso nella carne, entri nel mio santuario, nessuno straniero di nascita che stia in mezzo ai figli d’Israele [gli attuali figli spirituali di Isacco, cioè i Cattolici].
10  E di più, i Leviti [nel caso i nostri sacerdoti]che hanno disertato da me nel traviamento dei figli d’Israele [l’Israele spirituale, cioè la Santa Chiesa Cattolica] e lungi da me sono andati errando dietro gli idoli loro[il socialismo, la democrazia, la libera coscienza, l’evoluzionismo, lo scientismo, il modernismo…], portando seco la loro iniquità,
11  resteranno nel mio santuario come famigli, custodi delle porte della casa e addetti alla casa, essi scanneranno gli olocausti e le vittime del popolo, e staranno a disposizione di esso per prestare il loro servizio.».
12  Perché si fecero loro ministri nel cospetto dei loro idoli, e furono l’inciampo che precipitò la casa d’Israele [per noi poveri cristiani] nell’iniquità; per questo ho levato la mia mano sopra di essi, dice il Signore Dio, e porteranno la loro iniquità.
13  E non si accosteranno a me per fungere da miei sacerdoti, e non accederanno in alcuna maniera al mio santuario per le cose le più sante, ma porteranno la loro confusione e la pena delle proprie scelleratezze che hanno commesso» (Ezech. 54-6-13).

 
       – Hai capito Rocco, siamo arrivati al capolinea…! Sta per essere eliminato il Katechon!… o forse lo è stato già!
 
       – E che cos’è il Katechon? –mi chiede Rocco–.
 
       – Questo succede a chi perde tempo con i videogiochi e non medita la Parola di Dio notte e giorno, altrimenti ti saresti immediatamente ricordato del passo di San Paolo nel quale avverte i Tessalonicesi allora, e noi oggi di “non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia [mi sembra che oramai ci siamo, caro direttore … è fin troppo evidente! solo chi non vuol vedere non vede!] e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio» (2 Tessal.II-2,4). “Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene [ecco il Katechon!]. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno [oggi direttore, la vedono ogni giorno in diretta Tv.!] perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità” (2 Tessal. 2,7-11)”. La “piccola apocalisse”, mio caro Rocco, è in fase avanzata, siamo nello stato di metastasi generalizzata del cancro introdotto nel “Corpo Mistico” di Cristo, che è la Santa Chiesa Cattolica, sua Sposa immacolata! Ma, caro Rocco e cara Guendalina [che nel frattempo è giunta trafelata], non disperiamo perché l’«abominio della desolazione» (Daniele XII-11, ricordato in Matteo XXIV-15) sarà annientato dal calcagno della Santa Vergine con l’ausilio degli “Apostoli dell’ultima ora”, come li definiva San Luigi Maria Grignion de Montfort, e perché “portæ inferi non prævalebunt adversum eam”!!! (Mt 16,18).
 
Cordiali saluti a lei e ai suoi lettori
da nonno Agostino e famiglia!
 

Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 7

       Attenzione! Dire di credere (come è dovere di ogni buon cristiano) a quanto Santa Madre Chiesa ha già definito in maniera irreformabile (diversamente dalla Nostra Aetate con la quale il Concilio vaticano II non ha voluto definire alcuna verità di fede!) circa gli ebrei increduli (nei riguardi di Cristo) o circa l’alleanza mosaica revocata e abrogata, non significa essere antisemiti (termine improprio) o antiebrei o antigiudei, ma semplicemente essere credenti in quello che Nuovo Testamento e Santa Madre Chiesa hanno definito come verità: e tutto ciò non implica odio alcuno nei confronti degli ebrei, anzi l’Apostolo ci raccomanda di non disprezzarli, “ché se tu li disprezzi, non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te. Non levarti in superbia, ma temi; poiché se Dio non risparmiò i rami naturali, non risparmierà neppure te” (RM 11, 18, 20, 21) e ci invita a riflettere che se tu “sei stato innestato contro natura nell’olivo buono, quanto più saranno essi naturalmente innestati nel loro proprio olivo!” (Rm 11, 24). Quindi altro che antisemitismo! Questo è vero amore verso gli ebrei, dei quali si auspica e desidera la conversione. Dicendo loro la verità, li si spinge a ritornare all’ovile, alla loro casa naturale, alla fede dei loro padri, e questo non è odio! È amore! Certo la verità può anche non piacere, ma è importante dirla senza disprezzo, senza violenza, senza odio, ma con umiltà, con vero amore, per amore di Dio. Questo noi crediamo e professiamo.

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       Caro direttore, le scrivo ancora una volta per metterla al corrente degli avvenimenti di casa Arciprete, di modo che possa darmi qualche buon consiglio o richiederlo a qualche sua illuminata conoscenza. Passo a raccontarle i fatti.
 
       Stavo meditando, come di solito al venerdì, la Via Crucis di S. Leonardo di Porto Maurizio, intervallata dal canto dello Stabat Mater di Jacopone da Todi (beh... diciamo che il canto lasciava alquanto a desiderare, ma sono sicuro che al Signore va bene anche con qualche nota calante, qualche neuma o melisma impreciso). Giunto alla ottava stazione, meditavo sulla pietà di Gesù verso quelle donne, madri dei figli sui quali poco prima era stato invocato, presso Pilato, la ricaduta del sangue dell’Innocente fatto condannare “sine causa”… e nel contempo mi balenavano le parole di Geremia: "Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta d'essere consolata perché non sono più… " (Ger 31,15), parole, pure ricordate da S. Matteo nel capitolo II del suo Vangelo.
 
       Lo Stabat mi risuonava nelle orecchie “pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis et flagellis subditum”. Gesù nei tormenti consola i figli di Rachele, ben sapendo a cosa andassero incontro in tutta la loro storia, fino alla fine dei tempi.
 
       Ecco perché la Chiesa Cattolica (quella del Magistero infallibile ed irreformabile, come cerco di spiegare ai miei nipoti –credo oramai le siano familiari–) invitava i fedeli a pregare per il popolo dal quale Gesù era nato nella carne, con le preci che i loro stessi profeti avevano composto.
 
       Ma ecco che il Magistero da un po’ di tempo è stranamente cambiato, come mi fa appunto notare Guendalina leggendomi ancora un passo di quel documento stravagante, o sarebbe forse meglio definirlo eufemisticamente delirante, che è “Nostra Aetate” (…a meno che, come io credo, non sia uno scherzo del solito Rocco… buontempone!).
 
       Ascolti, direttore e giudichi:
 
       “Tuttavia, secondo l’Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento (Rm. 11, 28-29; N.Ae. 4/e).
 
      “E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati né come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla Sacra Scrittura. Pertanto, tutti facciano attenzione nella catechesi e nella predicazione della Parola di Dio a non insegnare alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e allo spirito di Cristo” (N.Ae. 4 g-h).
 
       Che ipocrisia spudorata! E il Concilio di Basilea... lo dobbiamo cancellare?
 
       A questo punto comincio a sbottare, perché asserendo ciò i “Padri del Vaticano II” inviavano alla sbarra degli imputati duecentosessanta Papi, da San Pietro Apostolo a San Pio X e al Ven. Pio XII, venti Concili Ecumenici, tutti i Padri della Chiesa ed una legione di Santi e Dottori della Chiesa con l’accusa –sia pure indiretta e nel migliore stile modernista– di avere nel corso di duemila anni insegnato, o comunque lasciato insegnare, una dottrina “non conforme alla verità del Vangelo e allo spirito di Cristo”. Tutti costoro insomma avrebbero –qui come altrove e in altri campi– falsificato la verità!
 
       Quindi lo Spirito Santo, contro ogni promessa divina, avrebbe abbandonato la Chiesa per quasi duemila anni, fino alla riscoperta del “vero cristianesimo” fatta dai “Padri del Vaticano II” sulla scia di Blondel, de Lubac & C. (i falsi profeti, veri lupi vestiti d’agnello)…
 
       Ma adesso mi devo fermare perché, dice il mio cardiologo, devo stare attento alla pressione… mi perdoni!
 
       – Però, miei cari Rocco e Guendalina, per far trangugiare al “popolo di Dio” anche questa ennesima eresia i “P/L… adri del Vaticano II” avrebbero dovuto far sparire dalla circolazione anche un bel po’ di fastidiosi passi del Nuovo Testamento, che disturbano il nuovo idillio ecumenico catto-giudaico, modernista-talmudico e kabbalistico appena inaugurato, come ad esempio i seguenti, che vi invito a controllare scrupolosamente:
 
       • “Perciò io vi dico: vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare” (Mt 21,43).
 
       • “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati” (Gv 8,23-24).
 
      • “Essi [gli Ebrei increduli] non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo, essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l’ira è arrivata al colmo sul loro capo” (1Ts 2,15).
 
       • «... i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. Allora Paolo e Barnaba dichiararono con franchezza: “Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani”» (At 13,45-46).
 
       • “All’Angelo della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l’Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita: Conosco la tua tribolazione, la tua povertà (ma [in realtà] sei ricco) e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di Satana” (Ap 2,8-9).
 
       Per non parlare poi del Vangelo di S. Giovanni VIII-43 e segg. che invito tutti a rileggere, per farsi un’idea di come Gesù si rivolgesse ai suoi connazionali (unico esempio di asprezza verbale di Gesù in tutto il suo mite eloquio terreno).
 
       È evidente dunque che gli Ebrei sui quali cade la condanna divina, non sono soltanto quelli che materialmente furono promotori e cooperatori della crocifissione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo, come vorrebbe dare ad intendere il “ribaltone” di Nostra aetate, bensì anche tutti gli altri nella misura in cui essi persistono nel loro ostinato ripudio del Figlio di Dio. Se poi gli Ebrei –come afferma sempre l’ineffabile Nostra Aetate, stravolgendo il senso della Lettera ai Romani ai cc. 9, 10 ed 11– “rimangono ancora [queste due parole, rimangono ancora, però non figurano in San Paolo] carissimi a Dio, i cui doni e la cui chiamata sono senza pentimento”, è evidente che lo sono soltanto in quanto popolo che, alla fine, negli ultimi tempi, in quanto popolo si convertirà, dopo che “saranno entrate tutte le genti” (Rm 11,25-26). Fino ad allora, però, i singoli ebrei increduli (l’Israele ribelle a Cristo) rimangono “rami recisi” dall’olivo buono dell’Israele dei Patriarchi, sul quale invece sono stati innestati i veri credenti, ossia i pagani convertiti al cristianesimo (Rm 11,17-21).
 
       A conferma di quanto detto, San Paolo stesso afferma, nel medesimo luogo, che egli predica il Vangelo “nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue [degli Ebrei, ovviamente] e di salvarne alcuni (Rm 11,14)”. La conversione rimane dunque, per gli Ebrei, come per i pagani, l’unica via di salvezza: “Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti [gli Ebrei increduli]; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso. Quanto a loro, se non persevereranno nell’infedeltà, saranno anch’essi innestati” (Rm 11, 22-23).
 
       Alle osservazioni inconcludenti di Rocco, dico solo, senz’altro aggiungere, che basta scorrere i suddetti capitoli della Lettera ai Romani, per giudicare dell’onestà intellettuale, per non dire della fede, degli estensori della Nostra aetate e dei “Padri del Vaticano II” (il solito difetto mi porta a scrivere la “L”…, mi perdoni!).
 
       Caro direttore, le voglio a questo punto ricordare, come ho fatto con i miei esterrefatti nipoti, una frase che il Santo Pio X (autentico Santo Padre secondo la bolla di Paolo IV “Cum ex Apostolatus Officio”) letteralmente estromesso dal Concilio (concilio che secondo una bolla di S.S. Pio II è un falso… In altra occasione parleremo della sua bolla “Execrabilis” del 1460, documento infallibile ed irreformabile la cui conoscenza eviterebbe tante inutili polemiche a sostegno di stranezze fatte trangugiare col “mantra” dell’obbedienza, ma ora è tardi e devo prendere le mie medicine che la buona Genoveffa, la mia povera cara moglie, mi ricorda di prendere)… ecco la frase, (dall’Enciclica “Pascendi dominici gregis”) che il buon zio Tommaso ci ricordava spesso nelle nostre riunioni domenicali e che sembra… azzeccarci proprio [non mi ricordo quale uomo politico ricorreva sempre a questo verbo…!]: «Non pochi dello stesso ceto sacerdotale, fingendo amore per la Chiesa, scevri d’ogni solido presidio di filosofico e teologico sapere, anzi tutti penetrati delle velenose dottrine dei nemici della Chiesa, si dànno, senza ritegno, per riformatori della Chiesa medesima e, fatta audacemente schiera, si gettano su quanto ha di più santo nell’opera di Cristo»… per cui, aggiungo io, come scriveva San Marco: “vos autem fecistis eam speluncam latronum”, ...ne avete fatto una spelonca di ladri (Mr 11,17).
 


Ratzinger teologo new age, ipermodernista e finto tradizionalista
      E poi, caro direttore, i nostri fratelli maggiori, lo sa come considerano noi cristiani, Gesù e la Santa Vergine Maria? Non lo sa? A parte le invio allora un estratto di “perle” del Talmud e dello Zohar, i libri sacri (secondo i loro rabbini) dei “cari fratelli”, libri messi all’Indice dai Santi Papi perché reprobi, offensivi, e scandalosi (non li cito perché ci vorrebbe un volume intero che comprenda bolle, encicliche, citazioni, documenti conciliari, tutti infallibili ed irreformabili…, altro che le chiacchiere di Rocco!).
 
       Alle ulteriori arrampicate sugli specchi di Rocco, che cita “Nostra Aetate” ed altri documenti modernisti successivi fino ai nostri giorni (ma… saranno poi veri o, come penso io, sono frutto della fervida fantasia di Rocco?), gli faccio notare che questi testi sono un’esplicita professione di eresia direttamente opposta alla solenne definizione dogmatica di Papa Eugenio IV e del Concilio Ecumenico di Basilea [sessione XIX] e di Firenze, [sessione XI – bolla di unione dei copti] e opposta alla dottrina detta dal supremo magistero di Papa Benedetto XIV (il famoso Cardinal Lambertini) in «Ex Quo Primum», che ripetutamente ed esplicitamente cita la definizione di Firenze nella bolla dei copti, in cui l’alleanza Mosaica è stata “revocata” e “abrogata”. Oramai a guardare i prelati di ogni risma e grado che vanno a braccetto riverendo i bestemmiatori… no, non ce la faccio proprio più, e nessuno mi accusi di antisemitismo, perché la Madre mia –e quindi anch’io– è, secondo la razza, una vera semita, non come quelli che lo dicono ma non lo sono, perché ariani discendenti dai Kazari, la XIII tribù!
 
       Caro direttore, quando è troppo, è troppo !… perdoni il mio sfogo, ma per la Madre mia sono disposto a rinunciare a tutto, a vendere, se necessario, cara la pelle (anche se nelle mie condizioni, non vale molto… lo so…).
 


              Siate, Cristiani, a muovervi più gravi:

              non siate come penna ad ogne vento,
              e non crediate ch’ogne acqua vi lavi.

               Avete il novo e ‘l vecchio Testamento,
              e ‘l pastor de la Chiesa che vi guida;
              questo vi basti a vostro salvamento.

              Se mala cupidigia altro vi grida,
              uomini siate, e non pecore matte,
              sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida!
                                                     (Dante, Paradiso, V, 73-81)

 

       Mi torna alla mente lagrande” Felicina, la cugina secchiona, quando recitava per intero il V canto del Paradiso di un certo… come si chiamava … ah, sì, Dante Alighieri! mi pare… Adesso devo lasciarla perché la mia pressione ha varcato i livelli di guardia, almeno così dice Guendalina.
 
       Saluti affettuosissimi a lei e ai suoi lettori…, che spero abbiano avuto la pazienza di leggermi!
 
Nonno Agostino
 

Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 8

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       Egregio caro direttore, la ringrazio di cuore per la sua preziosa collaborazione nel tentare di risolvere le mie perplessità circa le situazioni ambientali che mi trovo ad affrontare a causa delle mie instabili condizioni mentali. Mi preme perciò renderle noti i miei progressi clinici, evidenziabili, secondo gli illustri professori che con sforzo titanico (e con parcelle altrettanto… gigantesche), cercano di curare alla meglio la mia salute, dalla comparsa di “una intensa attività onirica” e dalla “vivacità di ideazione psico-cognitiva” (non modifichi nessuna parola di questa brillantissima diagnosi…  visto soprattutto quanto mi sia costata!).
 
      – In pratica, mi diceva mio nipote Lorenzo, da poco laureato in medicina– hai ripreso a sognare ed hai una grande fantasia!
 
       Ma guardi un po’ questi giovani, sempre dissacranti ed irrispettosi del lavoro di illustri luminari! Mah, chi li capisce?!
 
       Per darle un esempio della mia “ritrovata attività onirica” le voglio raccontare, se me lo consente, il sogno veramente strano che ho fatto qualche notte scorsa.
 
       Mi trovavo su di una nave grandissima, robusta, elegante, praticamente inaffondabile, con sulla fiancata una scritta enorme: “Vaticanic”. Su questa nave, gestita da personaggi in talare rossa, porpora, nera e… due bianche, e da uomini seriosi in doppio petto con una targhetta con su scritto “IOR – Goldmann – S…”. Ahh… non vedevo bene! C’è una specie di altare con una statua raffigurante un uomo, una specie di “Oscar” gigante, davanti al quale si agitano religiosi pseudo-cristiani di varie fogge, pittoreschi pastori protestanti, “pope” sedicenti ortodossi, rabbini con la classica Kippah e le treccine temporo-retrorbitarie, bonzi orientali, muezzin islamici, uomini con uno strano grembiulino policromatico, operatori voodoo, qualche stregone africano, un induista che ammalia un serpente in compagnia di una vacca sacra.
 
       Ad un certo punto scoppia un violento temporale, tutti tremano, arriva il Signore Gesù che, appena sceso dalla croce, alza le braccia con gesto evangelico per sedare la tempesta… ma viene afferrato da uno squadrone di guardie svizzere, preso e… orrore!… gettato in mare tra i flutti!
 
       Le onde ed i venti si calmano, tutti gli imbarcati si rallegrano, si scambiano complimenti, danzano, cantano e brindano festanti in uno scoppiettare di fuochi di artificio!
 

La nave dei folli, di Hieronymus Bosch
       

       Io, nascosto dietro il timone tenuto da un uomo vestito di bianco che lo fa girare vorticosamente senza badare alla direzione della nave, resto smarrito, atterrito dal susseguirsi degli eventi e… invoco l’aiuto della Vergine Santissima e La imploro dicendo:

 
      – "Hanno portato via il mio Signore e non so dove Lo hanno posto" (Gv 20,13).
 
       La Mamma celeste, con una schiera di angeli, arriva subito e, facendosi largo tra i festanti brilli e rubizzi, i cantori, le guardie svizzere, i grembiulini e la… vacca sacra, mi afferra per un braccio e mi trascina in alto. Da qui vedo che la nave oramai si sta incuneando in un corso d’acqua al cui termine c’è una altissima cascata che finisce a strapiombo in un lago infuocato gorgogliante e zampillante, dal quale si alzano vapori sulfurei.
 
       La Mamma celeste mi tiene ben saldo, mi rincuora (mi sovvengono le parole del Salmo 130: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua Madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia”), e mi dice:
 
       – Tranquillo Agostino, coraggio, qui ci sono tre scialuppe di salvataggio che Io stessa governo con i miei Angeli in attesa che torni il Figlio mio a riprendere possesso della nave per distruggere “l'empio con il soffio della sua bocca e annientare l’iniquo all'apparire della sua venuta” (2Ts 2), e riportarla nella giusta direzione per evitarle il naufragio nello stagno ardente, dove “sarà pianto e stridor di denti”.
 
       Planando dolcemente scorgo sulla superficie dell’acqua e vedo con chiarezza, senza i miei zsoliti occhialoni, tre scialuppe.
 
       Nella prima scialuppa “Maestra dei popoli” scorgo nitidamente Mosè con gli antichi profeti e San Paolo, oltre agli Evangelisti, che tengono strette le Sacre Scritture, il Vecchio ed il Nuovo Testamento; accanto a loro Pio IX con il Syllabo, gli atti dei primi Concili, del Concilio di Trento e del Vaticano I, San Pio X e San Roberto Bellarmino con i Catechismi Tradizionali, i Padri della Chiesa con in testa il Santo Vescovo di Ippona, San Tommaso aquinate con la “Summa Theologica” ed i dottori della Chiesa.
 
       Nella seconda scialuppa “Liturgia sacra" si intravede nitidamente San Pio V vicino ad un altare a muro sul quale fa bella mostra di sé il “Messale Romano” ed il “Breviario romano”, il tutto rigorosamente in latino, la lingua sacra del Cattolicesimo e, vicino, San Gregorio Magno con alcuni monaci intonanti una melodia gregoriana “Adoro te devote, latens Deitas…” al cospetto di un ostensorio preziosissimo davanti al Quale sono in adorazione Santi vari, tra i quali mi pare di scorgere San Giuseppe da Copertino, San Pasquale Bylon, San Giovanni Bosco, San Pio da Pietrelcina ed altri.
 
       Nella terza scialuppa “Sante Devozioni” sono in piena e fervorosa attività San Domenico, Santa Caterina da Siena, il Beato Alano della Rupe, il Beato Bartolo Longo, S. Alberto Magno con i Santi domenicani e carmelitani, tutti “armati” con la “fionda”, il Santo Rosario ben stretto tra le mani; più in là mi pare di scorgere un monaco, ma si … è lui… è San Simone Stock che distribuisce scapolari del Carmelo con il profeta Elia ed invita tutti al culto del Cuore immacolato di Maria; S. Leonardo da Porto Maurizio richiama tutti alla pratica della “Via Crucis”, mentre S. Annibale di Francia invita a meditare “Le ore della Passione”; Santa Margherita M. Alacoque, San Claudio de la Colombiere, Leone XIII e Pio XII ricordano la devozione del Cuore di Gesù indicando la “Grande Promessa” della perseveranza finale; in poppa alla scialuppa si erge il re Davide con il libro dei Salmi e le preghiere bibliche, soprattutto quelle che ci permettono di suffragare le anime purganti; subito più in la c’è Santa Brigida con il libricino delle orazioni annuali e dei dodici anni, orazioni che permettono di evitare il purgatorio, secondo la promessa di Gesù, ed ancora l’immancabile ed instancabile Sant’Ignazio con i suoi “esercizi spirituali”.
 
      Le tre scialuppe, guidate e protette dalla Vergine e dagli Angeli, procedono tra acque tranquille e serene, e tutti gli occupanti, anche se disturbati da orribili presenze che di tanto in tanto fuoriescono dalla superficie dell’acqua con ghigni spaventosi, prontamente ricacciati dall’Arcangelo S. Michele e da San Giuseppe che accompagnano la Vergine, vivono uno stato di beatitudine nella trepida attesa, che sembra oramai imminente, del Signore Gesù.
 
       In un angolo dominato da una bandiera con su le chiavi incrociate di S. Pietro, vedo in modo indistinto, prostrato come il Cristo nel Getsemani, un uomo “in rosso”, soffrire ed offrire per la salvezza della Chiesa di Cristo la sua sofferenza procurata dall’esilio e dalla mortificazione… francamente non riesco a capire bene, ma vedo che la colomba dello Spirito Santo lo illumina e lo incoraggia a perseverare…
 
       Da lontano si odono gli schiamazzi e le grida provenienti dalla grande nave, ma come un’eco lontana che accompagna un canto sempre più lugubre… “intona sulle alture un canto lugubre, perché il Signore ha rigettato e abbandonato la generazione che è oggetto della sua ira (Ger 7,29).
 
       Intanto io mi sento al sicuro ed in uno stato di meravigliosa beatitudine, superato lo smarrimento iniziale con il conforto materno della Santa Vergine, e mi pare di essere in… Paradiso (di cui, me ne rendo conto ora, sono assolutamente indegno, ma d’altra parte… è solo un sogno, no?). Chiedo alla Mamma celeste:
 
       – Mamma carissima, dove devo salire?
 
       Lei dolcissima mi risponde:
 
       – Scegli tu, puoi passare tranquillamente da una scialuppa all’altra, ma… ricordati che per ottenere la salvezza eterna devi fare un salto in quell’ultima barca, che vedi laggiù… Aguzzo la vista e leggo sulla fiancata di quella ampia imbarcazione, che al centro porta un albero maestro a forma di croce, “Sofferenza”.
 
       A questo punto la visione si fa sempre più confusa, comincio a sentire le voci ambientali… ed ecco arrivare la cara Genoveffa, la mia dolce mogliettina, un po’avanti negli anni, ma ancora energica e lucida, con le mie medicine…
 
      – Agostino, sveglia… è tardi… sono le nove, com’è che stamattina hai preso sonno? Dobbiamo andare dal dottore, alla visita di controllo! Eccoti il caffè!
 
       Caro direttore, si è rotto l’incanto, e che le posso dire, queste mogli… mah, ringraziamo il Signore per la pazienza che portano, guai se si stancassero e ci buttassero anche loro fuori… dalla barca!
 
       Mi scusi, ma sarà l’effetto del sogno!…
 
       Per il momento la lascio con lo scritto di un Papa grandissimo, di cui avremo modo di riparlare, Pio II Piccolomini: “Fluctuat saepenumero Apostolica navis, sed non demergitur; concutitur, sed non frangitur; oppugnatur, sed non expugnatur. Tentari sinit Deus electos suos, vinci non sinit”. -Traduco per Rocco, che non ha voluto studiare il latino: “La barca di Pietro spesso sta per colare a picco, ma non affonda; è sbattuta, ma non sconquassata; attaccata, ma non conquistata. Dio permette che i suoi eletti siano tentati, ma non vinti” (Enea Silvio Piccolomini, Pio II).
 
       Direttore non si preoccupi, non la mollo!
 
       Saluti a lei e a tutti i suoi lettori, in particolare a quei due o tre che avranno avuto la pazienza di leggere queste righe fino in fondo.
 
 Nonno Agostino
 
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